N 19 (2023): Corpi performativi. Il progetto verso il futuro, fra arti multimediali e aurore digitali

Descrizione del fascicolo

Immaginare il futuro delle espressioni artistiche. James Graham Ballard ci ha provato, nel suo stile apocalittico e disincantato, almeno in La mostra delle atrocità e in qualche racconto. Nel circa mezzo secolo trascorso dal romanzo di Ballard (1969) alla serie tv Black Mirror di Charlie Brooker (2011-2019) l’attenzione sulle sperimentazioni estetiche si è spostata progressivamente dall’audiovisivo nelle sue varie forme al digitale, all’elettronico. Cosa ci riserva il futuro; ancora altro? Con questo numero di FUTURI abbiamo lanciato una sorta di sfida a immaginare cosa produrrà l’applicazione della nostra immaginazione alla sfera dell’espressione estetica: cosa e come sarà l’arte del futuro, in che modo il fenomeno delle Intelligenze Artificiali generative, gli NFT, e quindi la completa rivoluzione – almeno nelle previsioni di alcuni – della produzione di opere d’arte, potrà addirittura modificare lo statuto di verità degli oggetti su cui ci affacciamo quando siamo davanti a uno schermo acceso. Il numero esplora anche il modo in cui cambierà la relazione corpo-ambienti, in futuro di incessante co-produzione con i device e le interfacce che sempre più sono parte integrante di una ecologia che li rende organi dell’umano e che procede verso nuove modalità della condizione umana, sempre meno separabile dalle tecnologie che ha realizzato.

A cura di Aurosa Alison, Marianna Carbone, Matilde De Feo, Adolfo Fattori, Lorenzo Fattori, Giulia Scalera, Luigi Maria Sicca

Con il patrocinio di PuntoOrg

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